Anche se esternamente ha l’aspetto di una semplice torre, l’interno è un perfetto esempio di stile barocco, ricchissimo di oro e di stucchi.
In origine era una cappella laterale della Chiesa di San Pietro, demolita nel 1840. Fu completamente ristrutturata nella seconda metà del XVII secolo a spese della nobile famiglia pergolese dei Cervasi. Anche se esternamente ha l’aspetto di una semplice torre, l’interno è un perfetto esempio di stile barocco, ricchissimo di oro e di stucchi, tra i quali spiccano otto statue di Profeti e Sibille realizzate da Tommaso Amantini (Urbania, 1625 – Roma, 1675), poste ai quattro angoli.
Nella volta sono presenti L’Eterno Padre e gli Evangelisti affrescati da un artista cortonesco e alle pareti due tele del pergolese Giovanni Francesco Ferri raffiguranti le Nozze di Cana (1740 ca.; olio su tela; cm 155 x 280) e il Battesimo di Cristo (1740 ca.; olio su tela; cm 155 x 280). Sull’unico altare marmoreo è conservata l’opera che dà il nome alla Cappella: l’Adorazione dei Magi1 (primo quarto XVII sec.; olio su tela; cm 320 x 202) commissionata da Girolamo Cervasi all’artista toscano, fratello di Orazio Gentileschi, Aurelio Lomi (Pisa, 1556-1622). Si tratta di una replica di dimensioni ridotte dell’Adorazione dei Magi che il Lomi, artista molto apprezzato dai contemporanei per la ricchezza decorativa e i raffinati effetti luministici, dipinse per la Chiesa di San Frediano a Pisa nel 1604.
Museo dei Bronzi Dorati della Città di Pergola
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