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Le misure, il cielo

Opera allestita nella sala dell'Abbondanza - Teatro Angel dal Foco

È un astrattismo lirico, poetico, musicale quello del Valentini dove l’osservatore, tra armonie cosmiche e movimenti perpetui quasi si perde in un viaggio che diventa riflessivo, intimo, emozionale.

LE MISURE, IL CIELO

La grande opera installazione, che misura circa 4 metri per lato, è allestita all’interno della suggestiva Sala dell’Abbondanza, adiacente al Teatro Angel dal Foco.

La sala, un tempo utilizzata come deposito per il grano, grazie a un importante intervento di restauro, è oggi un vasto e bellissimo spazio adibito a sala conferenze. Realizzata da Walter Valentini nel 1989, l’opera appartiene al ciclo Le misure, il cielo1. Dopo essere stata esposta in Germania, prima a Colonia nel 1989 e poi a Siegburg nel 1 Il ciclo ha avuto origine nel 1988 nell’Abbazia di Chiaravalle, in provincia di Ancona, in occasione dell’installazione Walter Valentini reperto come progetto. 1990, nell’autunno del 2002 venne donata dal maestro alla sua città natale. L’imponente opera ha come sfondo un cielo notturno di un colore grigio scuro quasi nero. Al centro, in alto, dal chiarore di un astro, si propagano piccoli cumuli di materia di un blu cobalto intenso che piano piano si disperdono nell’oscurità della composizione. In un’alternanza di luci e ombre, i pianeti sembrano roteare seguendo orbite spesso spezzate, rotte, incompiute. L’oscurità del cosmo è illuminata dal solo colore bianco delle linee tracciate dall’artista, linee che come a voler misurare il cielo, si incrociano e si intersecano disegnando simmetrie e geometrie precise che rispondono all’esatta proporzione della regola aurea. Un grande pendolo col suo moto costante ci ricorda il trascorrere del tempo, e che ogni cosa cambia, muta, si trasforma. È un astrattismo lirico, poetico, musicale quello del Valentini dove l’osservatore, tra armonie cosmiche e movimenti perpetui quasi si perde in un viaggio che diventa riflessivo, intimo, emozionale.

Scrive il critico d’arte Claudio Cerritelli: “La forza di Valentini sta nel garantire alle regole del linguaggio l’avventura dell’imprevisto, quel respiro legato al vissuto e alle sue contraddizioni: da un lato sta la certezza del segno che costruisce la sua identità e, dall’altro, la necessità esistenziale di rovesciare le misure del cielo nella vastità insondabile del pensiero immaginativo”2.

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