“Contrariamente al brusio che inquina la quotidianità, le opere di Valentini esigono il silenzio, necessitano di una riflessione intima che può – in taluni momenti di grazia – aprire lampi di lucidità e avvicinare l’osservatore ai misteri di uno spazio inenarrabile”.
Nato a Pergola il 22 ottobre del 1928, Walter Valentini nel 1947 si trasferisce a Roma, dove per un anno frequenta i maestri Giulio Turcato, Pietro Consagra e Corrado Cagli. Nel 1949 si sposta poi a Milano dove prosegue la sua formazione a contatto con tre dei maggiori esponenti del razionalismo astratto: Luigi Veronesi, Max Huber e Albe Steiner, i quali lo avvicinano al costruttivismo russo, movimento artistico d’avanguardia sorto all’inizio del XX secolo. L’anno dopo Valentini torna nelle Marche e all’Istituto di Belle Arti di Urbino (Scuola del Libro) si specializza nelle tecniche incisorie. Qui, ispirandosi ad artisti come Francesco di Giorgio Martini, Luciano Laurana e Piero della Francesca, nasce il suo interesse nei confronti dell’arte rinascimentale, caratterizzata da ordine e perfezione di proporzioni. Lo studio della prospettiva e della regola aurea lo porteranno a ricercare un senso di armonia e di equilibrio delle forme e dello spazio, inteso come luogo della geometria, che si ritroverà nella sua futura arte. Nel 1955 si trasferisce a Milano, città in cui, dopo aver lavorato come grafico pubblicitario per circa quindici anni, intraprende con un crescente successo la carriera artistica. A partire dalla metà degli anni Settanta inizia un’intensa attività espositiva, allestendo mostre personali e collettive presso i più importanti musei italiani e stranieri. La sua prima mostra, che si svolge alla Galleria Vinciana di Milano, risale al 1974. Le opere di questi anni, caratterizzate da un grande rigore geometrico, sono dominate dall’uso del colore nero, ottenuto con la polvere di carbone, che assorbe la luce invece di rifletterla. Le figure piane (rettangoli, semicerchi, triangoli, quadrati,…) che spiccano sullo sfondo scuro, a volte sono contraddistinte da una vivace nota di colore. L’artista ricorre anche a linee verticali che incontrandosi con le linee orizzontali spezzano le sagome e danno vita a nuove forme geometriche. Una delle opere più note di questo periodo è Omaggio a Paolo Uccello (1975; carbone e tempera su tela), in cui Valentini celebra l’amore del grande artista toscano per la prospettiva. Nei primi anni Ottanta il bianco del supporto, che rappresenta il muro grezzo, diventa il colore dominante. Su questa base l’artista traccia segni neri e, servendosi di materiali inconsueti come fili fissati a chiodi sporgenti, dà vita a figure geometriche in rilievo. In tali opere è spesso espresso il concetto del tempo che con il suo trascorrere corrode e consuma inesorabilmente ogni cosa, creando un legame tra passato e presente. Tutto questo è ben espresso nel ciclo La Stanza del Tempo (1983; tecnica mista), dove un intreccio di linee orizzontali, verticali e diagonali, regolate da un rapporto ritmico e proporzionale, genera triangoli, rettangoli e semicerchi. Tra il 1983 e il 1985 Valentini unisce all’attività di artista quella di insegnante, ricoprendo la cattedra di Arte dell’Incisione presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, della quale è stato anche Direttore. Ispirandosi al concetto di spazio e tempo, alla fine degli anni Ottanta realizza grandi cicli di opere come La Città del Sole (1988) per la Camera del Lavoro di Reggio Emilia, Reperto come progetto (1988) per l’abbazia cistercense di Santa Maria in Castagnola di Chiaravalle (AN), Le Misure, il Cielo (1990) per il museo tedesco di Siegburg, La Città Ideale (1991) per Palazzo Montani-Antaldi di Pesaro e Il labirinto della Memoria (1992), una installazione temporanea, allestita alla Milano FreArte. Quest’ultima, lunga 250 metri, occupa una superficie di 600 metri quadrati. Un labirinto di stanze bianche e nere, caratterizzate da forme geometriche, tavole scure e cerchi dorati, si susseguono fino a giungere alla parete finale dove oscillano cinque pendoli: tre bianchi, uno nero e uno oro. Nel 1993 il Comune di Pergola per omaggiare il suo illustre concittadino allestisce in tre differenti spazi espositivi la mostra antologica Walter Valentini. Il progetto alla base della rassegna intendeva creare un legame tra le opere dell’artista e le vie cittadine, dando vita ad una sorta di interazione tra architettura e arti plastiche. In occasione dei duecento anni dalla nascita di Giacomo Leopardi (1798-1998), il maestro pergolese illustra una serie di libri d’artista a tiratura limitata realizzati dalla Casa Editrice Unaluna. La mostra Walter Valentini nei Canti di Giacomo Leopardi prende avvio a Roma presso la Camera dei Deputati nella primavera del 1997 e si conclude nel 2000 a Pergola, dopo numerose tappe sia in Italia che all’estero. Nel 1998, il Valentini insieme all’architetto giapponese Yasuo Watanabe, inizia a lavorare al progetto del Santuario del Sacro Cuore di Ca’ Staccolo, nei pressi di Urbino, concluso più di dieci anni dopo. In un connubio di arte e religiosità, l’artista realizza La Porta del Cielo, il monumentale ingresso in bronzo e vetri colorati, e la scultura Verso il cielo posta sul campanile della chiesa, raffigurante una vela e una sfera sormontata dalla croce. Citando le parole dell’artista “…il campanile racconta una storia, la storia della Croce. L’universalità della Croce nasce dalla sfera, il mondo visibile da ogni punto di Urbino e la vela intorno ad essa è una dinamica verso il cielo”. Dopo l’importante mostra Walter Valentini. Sulle tracce dell’infinito, allestita a fine 2001 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, nel 2002 l’artista partecipa alla Rassegna Internazionale d’Arte G.B. Salvi, organizzata dal Comune di Sassoferrato (AN), con l’esposizione antologica Il Cielo di Walter Valentini. Alla base delle opere esposte si evince una lunga meditazione sulla poesia e sui temi astronomici affrontati da Valentini in tutto il suo percorso artistico: il risultato è una fusione di stelle, pianeti e costellazioni, forme geometriche e armonia di scelte cromatiche. A Loano nell’ambito dell’iniziativa comunale Loano Fontane d’Arte nel 2003 si inaugura la fontana Le misure, il cielo. Si tratta di una scultura in bronzo, che sembra quasi avere origine dall’acqua, raffigurante un disco di circa 2 metri e mezzo di diametro attraversato da costellazioni ed orbite ellittiche, con una sorta di asta trasversale che riflettendo la luce del sole dà origine ad una meridiana. Sempre a Loano, due anni dopo, Palazzo Doria ospita la mostra antologica La voce silenziosa delle stelle. Il percorso espositivo collega opere realizzate nel ventennio 1984-2004, nelle quali attraverso forme geometriche e l’uso dei colori bianco, nero e oro, Valentini esprime i concetti di spazio e di tempo unitamente alla sua convinzione che anche “con la geometria si può fare della poesia3”. Il 26 aprile 2006 in Piazza Sant’Ambrogio a Milano viene inaugurata la scultura in bronzo patinato Memoria, alta più di 4 metri e mezzo. L’artista realizza questo monumento a ricordo dei caduti della Divisione Vicenza durante la Campagna di Russia del 1941-1943. Nel 2008 presso la Mole Vanvitelliana la Regione Marche e il Comune di Ancona organizzano la mostra antologica È una notte stellata. Ecco il progetto. La rassegna raccoglie dipinti, incisioni e sculture che rappresentano il percorso artistico del maestro a partire dagli anni Settanta e per i successivi quarant’anni di ricerca, evidenziandone le fasi e la sperimentazione delle tecniche e dei materiali. L’allestimento era concepito in maniera tale da dare al visitatore la possibilità di scegliere il percorso: o quello verso il cielo, l’infinito, oppure verso la terra, con le opere che raffigurano le porte, che sono comunque un varco che conduce al cielo. In occasione della mostra viene installata al centro del Tempietto nel Cortile della Mole Vanvitelliana la scultura in bronzo lucido patinato dal titolo Arco del Cielo. L’opera, alta oltre 2 metri, è stata donata dall’artista alla Regione Marche ed oggi può essere ancora ammirata da tutti coloro che si recano ad Ancona a visitare l’edificio progettato da Luigi Vanvitelli. Nel 2014 nelle sedi espositive di Monte Vidon Corrado (FM) e di Fermo si inaugura la mostra Siderea Mensura. Presso la Casa Museo e il Centro Studi Osvaldo Licini vengono esposte circa quaranta opere tra quadri e sculture, mentre la Biblioteca Civica Spezioli di Fermo ospita libri d’artista e opere grafiche. In occasione di questa rassegna il maestro realizza l’opera su tavola La danza delle Stelle, un omaggio ad Osvaldo Licini, di cui Walter Valentini può essere considerato l’erede. Il 16 luglio dello stesso anno si apre alla Galleria Ca’ Pesaro di Pesaro la mostra personale Promenade dal 1974 al 2014, che attraverso quadri, incisioni e sculture ripercorre tutto il percorso artistico del Valentini. Dieci giorni dopo a Novilara prende avvio una rassegna dedicata all’artista marchigiano dal titolo La Grande Misura. Si tratta prevalentemente di opere grafiche (incisioni, acqueforti e puntesecche) di grandi dimensioni che coprono un arco cronologico di circa un trentennio (1985-2005). Tra le principali mostre organizzate negli anni seguenti si possono segnalare l’esposizione del 2015 nella Galleria Marini di Milano dal titolo Walter Valentini. La misura del Cielo e quella antologica del 2018 …come al limitar dell’infinito tempo presso la Galleria d’Arte Albani di Urbino. A Milano, infine, nel 2019 per festeggiare i 90 anni del maestro, la Galleria Cortina e Colophonarte organizzano la mostra Nove per Novanta, in occasione della quale è stato presentato anche un libro d’artista a tiratura limitata e in edizione pregiata con all’interno cinque incisioni di Walter Valentini.
Museo dei Bronzi Dorati della Città di Pergola
Comune di Pergola ©2024