Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola
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San Rocco

Scultura polimaterica

Scultura realizzata da Romano Alberti da Sansepolcro, detto il “Nero”, attivo nell’Italia centrale verso la metà del XVI secolo

La scultura, precedentemente attribuita al Maestro di Magione, è stata realizzata da Romano Alberti da Sansepolcro, detto il “Nero”, attivo nell’Italia centrale verso la metà del XVI secolo. Appartenente a una famiglia di intagliatori, possedeva a Sansepolcro una fiorente bottega8 specializzata nella realizzazione di sculture “da vestire”. Si trattava di opere polimateriche nelle quali l’utilizzo del legno era limitato unicamente all’anima interna, attorno alla quale gli aiuti di bottega avvolgevano stracci, stoppa e cordame cercando di far assumere una forma umana al manufatto. Successivamente la statua veniva modellata attraverso l’applicazione di strati sempre più sottili di gesso e infine poteva essere colorata e decorata.

Il San Rocco di Pergola, insieme all’oratorio dedicato al santo taumaturgo, venne commissionato da tutta la comunità come ringraziamento per aver liberato la città dalla terribile epidemia di peste degli anni 1526-1528. L’opera dell’Alberti fu collocata sull’altare maggiore della chiesa e vi rimase fino agli anni ottanta del Novecento, quando venne dapprima trasferita in deposito presso la Biblioteca Comunale e poi, nel 1999, spostata all’interno del Museo dei Bronzi Dorati.

La statua fu concepita fin dall’inizio come vestita: ciò è confermato dalla parziale rifinitura del busto non completata con la stessa tonalità cromatica rosata che caratterizza viso, mani e gambe. Da notizie d’archivio9 sappiamo che furono realizzati due abiti, uno in damasco e l’altro in taffetà di seta nera, quest’ultimo ancora oggi esistente ma purtroppo molto deteriorato e per tale ragione non esposto. La lunga veste, aperta dalla vita in giù in modo da rendere visibile sulla coscia sinistra il bubbone della peste, era tenuta ferma sopra i fianchi da una fascia e lungo i bordi presentava un merletto dorato. Il santo indossava anche una mantellina su cui erano apposte conchiglie metalliche, simbolo del pellegrinaggio a Santiago di Compostela.

Il San Rocco di Pergola, così come le altre statue dell’Alberti dal medesimo soggetto iconografico, è caratterizzato da fronte sporgente, naso affilato, capelli modellati ciocca per ciocca, piccola fessura al centro della barba, compostezza formale e raffinatezza di certi particolari, come ad esempio i calcei all’antica, segno delle nobili origini del protagonista. Uno degli elementi più interessanti, che rivela la maestria dello scultore, è il medaglione che il santo porta al collo, ornato da volute vegetali, due angioletti, una conchiglia centrale e un tondo a soggetto mariano; l’aureola intagliata può essere invece considerata frutto di un intervento successivo. Il santo è raffigurato con il bastone da pellegrino in mano mentre procede nel suo cammino accompagnato da un cagnolino.

La storia racconta che San Rocco, vissuto nel XIV secolo e originario di Montpellier, mentre si trovava nei pressi di Piacenza per assistere i malati di peste, dopo essere stato colpito dalla malattia decise di ritirarsi nei boschi per evitare la diffusione del contagio. Un cane gli salvò la vita portandogli ogni giorno del pane sottratto alla tavola del suo padrone e per questo divenne un elemento classico della sua iconografia.

Museo dei Bronzi Dorati della Città di Pergola
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